Sicurezza, il collezionista di password

Sicurezza, il collezionista di password

272 milioni di credenziali trafugati ai danni di utenti Google, Microsoft, Yahoo e Mail.ru. Hold security ha messo le mani su un database popolato da record di origine ancora incerta
272 milioni di credenziali trafugati ai danni di utenti Google, Microsoft, Yahoo e Mail.ru. Hold security ha messo le mani su un database popolato da record di origine ancora incerta

È stato ribattezzato come uno dei più grandi furti di credenziali di questi ultimi anni. Oltre 270 milioni di account email sono potenzialmente a rischio. I dati pare fossero in vendita per l’irrisoria e simbolica somma di 50 rubli , al cambio odierno poco più di 0,65 euro. Forse si tratta solo di un atto dimostrativo, per distinguersi nel sottobosco cracker del deep web, universo occulto ai più in cui far crescere la propria fama di eroe negativo. Se l’azione passerà probabilmente inosservata agli utenti, almeno fino a quando non subiranno accessi non autorizzati, la Rete trema. Perché simili azioni mettono in luce criticità sistemiche e punti deboli di infrastrutture di importanza planetaria, e delle abitudini degli utenti che vi si appoggiano.

A intuire tutto , i ricercatori di Hold Security , azienda statunitense specializzata in sicurezza informatica, che lo hanno riferito in esclusiva all’agenzia di stampa britannica Reuters . Non nuova a questo genere di intercettazioni, la security company fondata da Alex Holden anni fa si è rivelata indispensabile nella scoperta di crimini informatici di natura similare perpetrati ai danni di Adobe Systems , JPMorgan e Target .

A subire i danni più ingenti, in questa occasione, sono state Google, Microsoft, Yahoo e Mail.ru . Ed è proprio quest’ultima ad aver pagato il prezzo più alto di tutte, con più di 55 milioni di account trafugati. Più contenuti, ma non meno importanti, i numeri del gigante di Mountain View, circa 24 milioni, e quelli del colosso di Redmond, stimati in 33 milioni. Per Yahoo, invece, quota 40 milioni. Non è dato sapere molto riguardo alla provenienza dei dati: Hold Security, prima di terminare le proprie verifiche, riferisce che molti dei dati potrebbero essere stati attinti a dump precedenti e che molti degli account sono replicati, associati a diverse password.

Ad ogni modo, fortunatamente per tutti, Holden e i suoi collaboratori sono riusciti a negoziare senza alcuna transazione di denaro e a recuperare il malloppo digitale barattandolo con un po’ di visibilità per l’autore dell’operazione, forse giovanissimo. C’è da sperare che altri non vengano in possesso dello stesso pacchetto di dati e che chi lo ha trafugato non ne faccia un utilizzo improprio, accontentandosi semplicemente della soddisfazione di essere riuscito nell’impresa.

Ma come sarebbe potuta andare se non ci si fosse accorti di nulla? Secondo gli analisti, davvero molto male. Non era impensabile una reazione a catena, dovuta al fatto che accedere clandestinamente ai dati email di una persona equivale a mettere le mani su tutta la sua rete di contatti. Le conseguenze, dunque, sarebbero potute essere disastrose. Tanto più se consideriamo che sono moltissimi gli utenti che hanno la cattiva e insidiosa abitudine di utilizzare le medesime credenziali per accedere a più servizi e di non modificarle mai.

Forse questa volta è andata bene. Ma quali prospettive per il futuro? Le grandi multinazionali della comunicazione elettronica sono avvisate e si sono mobilitate . Il sistema è debole e presenta evidentemente numerose criticità e punti di cedimento, primo fra tutti l’uso spesso poco consapevole che gli utenti fanno dei propri dati di login.

Luca Barbieri

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Pubblicato il
6 mag 2016
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