Gestione IT

Come “cloudizzare” le applicazioni dei tuoi clienti

27 Luglio 2020

Negli ultimi anni abbiamo assistito all’ascesa dei software in cloud e del modello SaaS (Software as a Service) sia in ambito consumer sia in ambito business.

Per quanto alcune delle applicazioni che i tuoi clienti usano per lavorare hanno subìto questo processo di “cloudizzazione”, ce ne saranno altre, di solito proprio quelle business-critical, che girano “alla vecchia maniera” sui server e sulle macchine in locale.

A volte perché i software utilizzati sono “vecchiotti”, altre perché si tratta di soluzioni custom utilizzate nella loro realtà, altre ancora per via della tipologia di dati che queste applicazioni trattano, ci saranno sempre dei software per i quali sarà necessaria un’installazione e una configurazione ad hoc.

Se ti occupi di gestire l’infrastruttura IT dei tuoi clienti a 360 gradi, ormai saprai quali sono i software da installare e quale configurazione dovrebbero avere le macchine all’interno di una rete.

Per quanto a volte gestire questi software sia una scocciatura, che altro puoi fare? Cerchi di documentare le configurazioni, standardizzare i processi, magari servirti di un RMM per automatizzare alcune operazioni…

Il vero problema è adesso, nel 2020.

Lavoro remoto, VPN e device personali

Il lavoro remoto, lo smart working e tutti i loro derivati sono ormai tra noi e sono destinati a restarci.

Possono quindi succedere due cose:

  • i tuoi clienti portano a casa il PC aziendale (se ne hanno uno) e tramite VPN riescono a usare le applicazioni che girano all’interno della loro rete;
  • i tuoi clienti non hanno un PC aziendale e sei costretto a collegare i loro device personali alla rete aziendale tramite VPN per consentire loro di lavorare.

Nel primo caso ci sono una serie di problemi:

  • le VPN sono spesso “ballerine”, spesso cadono e non garantiscono ai dipendenti una produttività equiparabile a quella che si ha in ufficio. Mettici anche la scocciatura di dover gestire configurazione, manutenzione ordinaria e dover anche intervenire tutte le volte in cui i clienti ti chiamano per dirti che “la VPN non va”…
  • se anche le VPN sono connessioni sicure, nel momento in cui un device è connesso alla rete aziendale non puoi controllare quello che il device fa quando è connesso alla rete domestica. Quel PC può quindi venire attaccato al di fuori della rete aziendale e poi diventare facilmente un veicolo di malware e altre nefandezze nel momento in cui si riconnette alla rete tramite VPN.

Nel secondo caso poi, ai problemi di sopra aggiungici che ti troveresti a dover configurare VPN e software necessari al lavoro su una macchina che non conosci. A quel punto ti devi chiedere se la macchina:

  • è abbastanza performante perché tutto funzioni;
  • non abbia installate applicazioni o abilitate impostazioni che vadano in conflitto le configurazioni che servono per il lavoro;
  • non abbia già malware, spyware o buchi di sicurezza facilmente sfruttabili.

Moltiplica tutto questo per tutte le macchine di tutti i tuoi clienti e ti verrà voglia di cambiare lavoro.

La soluzione ideale

La soluzione più semplice sarebbe poter “cloudizzare” tutte le applicazioni che i tuoi clienti utilizzano e permettere loro di accedervi via browser.

Immagina di sederti davanti al tuo PC, accedere a una console multitenant in cui vengono mostrati tutti i tuoi clienti, e scegliere a quali applicazioni dare loro accesso.

Loro dovrebbero solo aprire il browser, effettuare un login e selezionare il software da usare. Tu non dovresti configurare VPN, non dovresti installare niente e non ci sarebbero collegamenti diretti (e pericolosi) tra i dispositivi utilizzati e le rete aziendale.

Autore
Gabriele Palumbo
Nasco a Bologna ma ho vissuto l’infanzia in Piemonte, l’adolescenza in Puglia e la maturità tra Umbria, Toscana, Puglia, Emilia-Romagna e Lombardia (e non è ancora finita). Ho avuto quindi modo di entrare in contatto con diversi ambienti e contesti sociali. Una formazione umanistica (Sociologia della devianza a Perugia e Relazioni Internazionali a Pisa), passione per la scrittura e decine di corsi sul mondo digital sono state ottime basi per entrare nel campo del marketing e della comunicazione. Nel 2015 pubblico il romanzo breve “Ci siamo solo persi di vista” e, a inizio 2019, pubblico la biografia della rock band “Ministri”, entrata in poche ore nei Top Sellers di Amazon. Un romanzo è in fase di scrittura. Terminati gli studi entro attivamente nel mondo della musica, organizzando svariati concerti e un festival, e della comunicazione digitale, gestendo la linea editoriale di blog e social e ricoprendo ruoli di copywriter e content editor. Nel 2017 entro nel collettivo Dischirotti. occupandomi dei contenuti web, mentre il 2018 mi vede prima nell’agenzia FLOOR concerti come booking agent per svariati artisti e poi in VOX concerti come direttore di produzione. Tornato a Bologna inizio a collaborare con l’etichetta discografica Manita Dischi come project manager e svolgo un tirocinio presso l’agenzia di marketing e comunicazione digitale Engine Lab, nel ruolo di content editor. Dal 2020 al 2023 ho collaborato, sia come editor che come contributor, con Fantastico.esclamativo, newsletter letteraria e rivista culturale creata da Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale. Ogni due sabati invio “Capibara”, una newsletter che tratta di attualità e meme in un progetto che, occasionalmente, porto anche dal vivo sotto forma di Stand-Up. Attualmente ricopro il ruolo di Channel Marketing Manager in Achab, con particolare focus su contenuti editoriali, analytics, marketing automation e CMS.
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Marco Peschiera
Marco Peschiera
3 anni fa

Ciao passo di qui perché dal sito non lo trovo ?

Vito Russo
Vito Russo
3 anni fa
Rispondi a  Marco Peschiera

Ciao Marco, cosa non trovi dal sito?