Quando ho letto questi numeri sono rimasto perplesso: quasi la metà delle micro-imprese italiane non ritengono utile Internet.
Non parliamo di numeri piccoli, perché se è vero che le micro-imprese in Italia sono meno di 900 mila, è pur vero che si tratta del 19% del tessuto imprenditoriale e che danno impiego al 23% dei lavoratori.
La sintesi del rapporto ISTAT è che queste micro-imprese non solo non hanno tutte una connessione a Internet, ma oltre il 42% ritiene che Internet non sia necessario per la propria attività.
Come è possibile?
Non sto dicendo che tutti debbano essere incollati a Facebook dalla mattina alla sera.
Sto dicendo che è incredibile non capire l’opportunità offerta da Internet.
Perché affermo questo con tanta sicurezza? Perché tutte le professioni sono uguali, come meccanismo di funzionamento:
richiesta – offerta – accettazione – esecuzione lavoro/servizio – pagamento.
Se qualcuno ha un’attività che nei suoi elementi base è diversa da questa, alzi la mano.
Per evitare di rimanere sul filosofico, ecco due situazioni che mi sono capitate davvero.
Il fruttivendolo tecnologico
Nel 1999 lavoravo come consulente informatico; tra i vari clienti, avevo un fruttivendolo.
La sua richiesta era questa: "Dammi quello che mi aiuta a vendere".
"Allora mettiamo un fax server con scheda intelligente che può riconoscere i numeri di fax e instradarli automaticamente, per ricevere gli ordini in ogni momento, senza stare al telefono. Costo: cinque milioni", gli ho detto io.
Mi ha risposto: "Se mi aiuta a vendere, va bene".
Un anno dopo mi ha chiamato per dirmi che riceveva gli ordini via fax, che era contento e i suoi soldi erano ben spesi.
Anzi, mi chiedeva di "fargli spendere ancora" per guadagnare di più.
"Mettiamo un router con ISDN on-demand e un mailserver in casa, per ricevere ordini vie email anche se il fax è occupato e riceverli anche dall’estero, facendo risparmiare i clienti".
Mi ha risposto ancora: "Se mi aiuta a vendere, va bene".
Nel 2002 ho smesso di fare il consulente indipendente.
Anni dopo, a una corsa amatoriale di go kart, ho incontrato il mio ex cliente, il fruttivendolo.
Mi ha detto: "Sai che con i tuoi sistemi ho fatto tanti soldi?".
Il consulente concentrato sulla consulenza
Nel 2013 ero alla ricerca di un consulente. Mi serviva una soluzione precisa a un problema preciso. Se mi fossi messo a studiare sarei arrivato alla conclusione di cui avevo bisogno, ma avrei impiegato troppi mesi (forse anni): per questo era molto più economico pagare un consulente.
Così ne ho trovato uno su Internet: il suo sito era molto semplice, illustrava le sue attività, le sue tariffe e c'era la possibilità di contattarlo via email e via Facebook.
Zero numeri di telefono. C'era tutto spiegato sulla pagina web.
I vantaggi per lui?
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Non dover ripetere in continuazione cosa faceva;
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non dover contrattare ogni volta sulle tariffe;
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non dover questionare sui pagamenti;
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non passare ore al telefono a dare informazioni: il suo tempo lo impiegava per fare le consulenze.
Ho pagato, mi ha fatto la consulenza e via.
So già qual è l'obiezione:
"Eh, ma lui è un consulente…".
Si, questo era un consulente, ma come dicevo prima, la formula è sempre la stessa: preventivo – acquisto.
Non c’è professione che scappi a questa immutabile legge di mercato.
A proposito di leggi di mercato, mi permetto di fare un'afferamazione un po' forte: non ci sarà alcuna ripresa dalla crisi, detto in modo molto esplicito.
Il vero problema è che sono cambiate le regole del gioco e nessuno di preciso sa quali siano.
Che fare, quindi? L’unica cosa certa, per ora, è che se vuoi sopravvivere devi convivere con Internet.
Anzi, sfruttarlo!
Non basta internet, pero’ aiuta. In (quasi) tutti i settori.
Un esempio: affittare stanze: http://www.stanzasemplice.com.
Non dico che sia sempre tutto semplice, ma occorre rimboccarsi le maniche, sfruttando Internet.
Per sconfiggere la crisi basta internet…….ma magari.
Bravo Claudio….sarebbe da spiegare a molte piccole imprese il vantaggio di internet!