La linea che separa i device aziendali da quelli personali continua ad assottigliarsi.
Sempre più persone portano il proprio smartphone o tablet preferito in azienda e lo usano per accedere ai dati aziendali, perché è più comodo usare un device che due.
Il BYOD espone i dati aziendali a potenziali rischi
Lo conferma una ricerca IBM sui metodi preferiti dagli hacker per sferrare attacchi, specialmente per dispositivi Android.
Secondo IBM, il crescente numero di utilizzatori Android è una spinta per i creatori di malware ad approfittare di questa diffusione per attaccare il mercato mobile, e solo il 6% di tutti i device Android esegue l’ultima versione (quindi più aggiornata e sicura) del sistema operativo di Google. Come dire che la maggior parte degli Android in circolazione è facilmente vulnerabile.
Le aziende possono affrontare il problema in due modi
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Soluzioni MDM
Le soluzioni di questo tipo sono comode per verificare cosa è installato sui telefoni o per configurare in remoto settaggi e impostazioni, ma non risolvono il problema della sicurezza. Nel caso in cui uno smartphone venga attaccato e compromesso da un malware o semplicemente smarrito/rubato si può facilmente rimuovere il tool MDM e continuare a utilizzare i dati che stanno sul dispositivo. Se poi lo smartphone è personale e non aziendale, le soluzioni MDM sollevano problemi di privacy non indifferenti.
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Soluzioni BYOD
La strategia che opta per utilizzare un
contenitore di dati criptato che separa le informazioni aziendali da quelle personali è vincente. Le aziende possono effettivamente mettere in sicurezza i dati e le applicazioni aziendali. Se il malware per smartphone continua a diffondersi è necessario avere un sistema che preservi i dati anche in caso di attacco, soprattutto se il dispositivo mobile è personale e quindi non necessariamente protetto.
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