Nessuno strumento è buono o cattivo di per sé. Dipende dall'uso che se ne fa.
La polvere da sparo, per esempio: se la usiamo per far saltare una parte di collina per costruire una galleria, non fa male a nessuno (mi perdonino gli ecologisti), ma se la mettiamo dentro una pistola, può diventare uno strumento cattivo.
Anche Facebook non è nè buono nè cattivo: è l’uso che se ne fa che può essere positivo o negativo.
Perché dico questo?
Perché oggi, sulle bacheche dei miei amici, ho visto ancora i presunti avvisi per salvaguardare la privacy su Facebook.

Il messaggio recita all’incirca così: "Ciao a tutti i miei contatti. Facebook ha cambiato ancora una volta le sue impostazioni di privacy. Con la nuova 'graphic app' chiunque può vedere le tue foto, commenti e gusti. […] Voglio rimanere in contatto con voi privatamente, poter postare le foto della mia famiglia e dei miei amici senza che estranei abbiano accesso a tutto. Infatti questo accade quando gli amici cliccano 'Mi piace'. Posiziona il mouse sopra il mio nome (senza cliccare), apparirà una finestra. Sposta il mouse su 'Amici' (senza cliccare), 'Impostazioni', clicca e verrà visualizzato un elenco. Deseleziona 'Avvenimenti importanti' e 'Commenti a mi piace'. In questo modo, l'attività non sarà più pubblica. Copia e incolla questo post sulla tua bacheca!".
Prima dicevo che è l'uso che si fa degli strumenti a renderli buoni o cattivi.
Infatti, sebbene i social network abbiano delle potenzialità entusiasmanti, la maggior parte degli utenti cliccano 'Mi piace' senza pensare a quello che stanno facendo.
Ci sono milioni di notizie false e assolutamente inventate, che tutti condividono e contribuiscono a far circolare.
Quando condividi o commenti una notizia, non ti poni mai il problema di verificare se quell’informazione sia vera o falsa?
Io lo faccio ed è per questo che posso tranquillamente dire che l’appello sopra riportato è falso.
Innanzitutto, la "graphic app" non esiste: fa riferimento alla "graph search", una funzionalità disponibile solo in Facebook in inglese, che permette di fare ricerche mirate tra i contenuti caricati.
Per esempio, cercando "photo pizza Milano" la ricerca dovrebbe restituire foto dei tuoi amici in pizzeria a Milano.
Oltre al danno, la beffa
Appurato che l’applicazione che dovrebbe intromettersi nella nostra privacy non esiste (sicuramente non in Italia al momento) vediamo perché l’appello è addirittura dannoso.
Le istruzioni fornite sono uno strumento per allontanarti dagli amici di Facebook.
Se le segui, sarai solo tu a non poter più vedere le notizie dei tuoi amici.
Quando posti, puoi decidere la visibilità dei tuoi contenuti: a tutti, ad alcuni o a nessuno.
Non sai come fare? Ecco le istruzioni ufficiali.
e adesso cosa faccio? Io ci siono cascato
condivido in toto la tua opinione, come in tutta la rete è sottile la differenza tra vero e falso. Buon proseguimento
Siamo ameno in due, Roby 😉
bene a sapersi
Grazie! E’ molto utile tenersi informati sull’argomento che per me è molto importante! Io l’ho fatto su indicazione condivisa di un amico che ha esposto chiaramente le modalità. Credo però che siano in tanti, pur condividendo il tema, a non aver capito come si fa o per cosi detta "ignoranza" o per poca pazienza o per la "noia" di leggere. Grazie ancora.
Se mi permetti di uscire un attimo dal tema tecnico, Mario, per addentrarmi in un tema "sociale"… io credo che sia uno dei problemi più gravi in assoluto della società moderna: il non fermarsi a leggere e riflettere su quello che si sta facendo o su quello che altri ci dicono di fare.