In questo post spieghiamo alcuni degli elementi fondamentali del funzionamento di HC3 per capire come questo prodotto riesce a rispondere in maniera specifica ad esigenze lasciate inascoltate dal resto del mercato.
I prodotti HC3 sono stati progettati appositamente per ridurre i costi e la complessità per gli amministratori IT delle PMI che devono far girare le loro applicazioni in maniera altamente disponibile.
Questa è la risposta più semplice, ma diamo un'occhiata più approfondita ai principali vantaggi che sono diventati accessibili anche ai dipartimenti IT più piccoli.
Negli ambienti server fisici ogni applicazione è vincolata a un server fisico e la perdita di quel particolare server porta al fermo dell'applicazione e a una complicata procedura di ripristino. Consolidare numerosi server fisici in pochi server virtuali può far risparmiare denaro ma consolida anche i rischi di downtime facendo finire "tutte le uova nello stesso paniere".
Per risolvere questo rischio, le piattaforme di virtualizzazione sono dotate di funzioni ad alta disponibilità per il failover che richiedono ai vari host di virtualizzazione di condividere uno storage pool esterno comune, che a sua volta deve essere altamente disponibile.
L'architettura di HC3 assicura che i guasti dei dischi e dei nodi di calcolo siano eventi non bloccanti.
Le macchine virtuali e i loro dati sono ridondati con tecniche di mirroring e striping su tutti i nodi del cluster per garantire che, in caso di guasto di un disco, le applicazioni residenti nelle VM restino sempre disponibili con il pieno accesso ai loro dati.
Nel caso in cui diventi indisponibile un intero nodo HC3, tutte le relative VM vengono fatte ripartire rapidamente e automaticamente su un altro nodo HC3 del cluster così da massimizzare la disponibilità applicativa.
Tutto molto interessante, ma come è possibile ottenere tutto questo senza disporre di un piccolo esercito di amministratori IT e specialisti di tecnologia, o senza aggiungere tonnellate di complessità e costi?
Questo è il vero segreto di Scale Computing!
(Tratto dal blog di Scale Computing)