Una volta si pensava che il cloud rappresentasse il male assoluto poi si è passati a pensare che fosse il bene assoluto.
Oggi finalmente ci troviamo in una sana via di mezzo: il cloud ha delle ottime potenzialità che vanno colte quando serve.
E una delle potenzialità del cloud è rappresentata dalla possibilità di tenere una copia dei propri dati in un luogo diverso da dove si trovano i dati di produzione.
Questa caratteristica è particolarmente importante quando si parla di CryptoVirus perché se i file sono illeggibili, è necessario poterli recuperare da un’altra fonte.
Infatti in un articolo di LineaEDP si parla di una nuova funzionalità di salvaguardia contro i ransomware disponibile per chi lavora con Google for Work.
Come riporta Paolo Vannuzzi, CEO di Noovle, azienda Premier Partner di Google for Work “Un malware potrà sì criptare tutti i file in locale, ma non potrà eliminare la copia di sicurezza presente nell’ambiente cloud di Google; anche nell’eventualità che Cryptolocker o KeRanger abbiano eliminato definitivamente i file, l’utente potrà recuperarli nel cestino di Google Drive e ripristinare i dati”.
Queste funzionalità di “copia” dati saranno facilmente utilizzabili dalle vittime dei CryptoVirus (purché siano clienti dei servizi Google for Work) tramite un particolare strumento, il Crypto Restore.
E a proposito di cloud giova ricordare che anche DropBox include una funzionalità gratuita che permette di recuperare le vecchie copie dei documenti, se quelle in produzione venissero cancellato o malauguratamente criptate.