Sono passati otto anni da quando ho installato il mio primo agente Kaseya e da quanto ho fatto il primo controllo remoto di un PC dietro un firewall senza porte mappate e senza avere a disposizione IP pubblici.
In un tempo variabile fra uno e tre minuti ero in grado di collegarmi virtualmente a qualsiasi PC: non potevo credere ai miei occhi!
Ma in tutti i questi anni, l’IT non solo non è rimasto fermo, ma ha fatto passi da gigante e il mondo è cambiato.
E anche Kaseya deve cambiare.
Anzi è cambiato.
Con l’avvento di Kaseya 7.0 il controllo remoto entra in una nuova era
Il nuovo controllo remoto ha tre obiettivi principali:
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connessione in massimo sei secondi;
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connessione il 99% delle volte;
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esecuzione veloce anche su connessioni con alta latenza.
Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi doveva cambiare tutto: nuovo codice, nuovi metodi, nuove tecnologie.
E così è stato.
La persistenza dal client al server
L’agente server e client di Kaseya 7.0 portano con sé una piccola grande novità.
Fra il server e l’agente viene stabilita una sottilissima ma sempre attiva connessione persistente.
Con questa connessione sempre attiva, comandi, informazioni e bit possono essere inviati e ricevuti nel giro di qualche millisecondo. Nel caso particolare del controllo remoto significa che per avviare una sessione di controllo remoto ci vogliono davvero pochi istanti, questa avviene quasi in real-time.
Ciò significa quasi azzerare i tempi di collegamento alle macchine da controllare.
Comandi non sequenziali
La tecnologia su cui si basa Kaseya è costruita in modo tale che i comandi viaggino in maniera sequenziale, il che significa che se un comando è lento, gli altri vanno in attesa, allungando e rallentando quindi la coda delle richieste.
Con il nuovo controllo remoto le richieste di connessione non vanno più in coda agli altri comandi e quindi non c’è più attesa di comandi “appesi”. Inoltre tutte le operazioni richieste per eseguire una connessione remota non vengono più eseguite sequenzialmente ma in parallelo.
Per esempio se per un collegamento remoto viene richiesto il permesso dell’utente, la connessione viene eseguita dietro le quinte, quindi è già pronta e disponibile nell’istante in cui l’utente acconsente alla sessione remota.
Codec e accelerazione hardware
A differenza di altre soluzioni concorrenti, il nuovo remote control è costruito utilizzando un codec. Alcuni servizi come Netflix usano codec per inviare film ai PC che usufruiscono del servizio.
C’è bisogno di dire altro dopo aver detto che anche Netflix usa le tecnologie dei codec?
Con l’avvento di nuovi servizi, la tecnologia dei codec evolve di continuo. Alta qualità dei video in poca banda disponibile: la continua diffusione dei codec non può che aumentare l’efficienza e la resa (proprio in termini di percezione utente) di queste tecnologie.
Inoltre anche l’utilizzo di acceleratori hardware è un’area dove c’è un’enorme opportunità di miglioramento. Usando video codec è possibile sfruttare le moderne GPU (i processori grafici) sia lato amministratore, sia lato utente. Questo porta a un tremendo aumento di velocità è “prontezza”, su qualsiasi device.
E siamo solo all’inizio di una nuova era: le nuove versioni del controllo remoto continueranno a essere ancora più efficienti.