Recentemente è comparso un nuovo ransomware che si distingue da altri virus di questo tipo per le modalità con cui chiede il riscatto.
Anzi, dopo aver cifrato i tuoi dati, il riscatto non lo chiede proprio.
Hai capito bene! Al posto della richiesta di riscatto viene visualizzata una finestra nella quale sei invitato a prendere contatto con l’hacker.
Niente Bitcoin o soldi da convertire, non subito almeno.
Ti viene chiesto di utilizzare la posta elettronica “normale” e ti vengono forniti due indirizzi ai quali scrivere; e nel caso non fosse possibile usare gli indirizzi email segnalati, sei invitato a utilizzare il sistema BitMessage.
BitMessage, naturalmente, non è un sistema qualsiasi di messaggistica, ma si tratta di uno strumento che garantisce l’anonimato.
In questo modo tuoi puoi entrare in contato con il pirata, che auspicabilmente ti chiederà come riavere i tuoi dati, ma non potrai mai sapere chi c’è dall’altra parte perché si tratta di un sistema che non rende rintracciabili le persone con cui si entra in contatto.
Ci troviamo quindi davanti a un’evoluzione della richiesta di riscatto.
Dalla richiesta di riscatto precisa e diretta nella quale veniva indicato l’importo da pagare, ora gli hacker chiedono di essere contattati, probabilmente per “trattare” il prezzo di riscatto, sicuri di non essere rintracciati grazie a sistemi di messaggistica che garantiscono l’anonimato.
Trovi dettagli e approfondimenti su questo virus in questo articolo.