Perché i grandi nomi non ti daranno MAI ciò di cui hai davvero bisogno

18 Gennaio 2016
Di recente abbiamo incontrato una serie di potenziali clienti e VAR interessati ad acquistare o rivendere sistemi HC3 di Scale Computing. E prima o poi salta sempre fuori la discussione del perché Scale esiste e perché ha successo nonostante i grossi competitor.

La nostra risposta: la ragione per cui esistono società come Scale Computing è affrontare i problemi che i grandi nomi non possono o non vogliono risolvere.


Virtualizzazione


Perché NON POSSONO?

Dopotutto HP, Dell, IBM, Oracle, Cisco e NEC dispongono di persone brillanti, tecnici ed esperti di prodotto che sono impazienti di innovare. Sono aziende che assegnano budget ai vari team di prodotto mettendoli in concorrenza tra loro per vedere chi scopre il modo migliore per risolvere i problemi.


Sono aziende che investono in ricerca e sviluppo. La questione è legata alle loro dimensioni: sono troppo grosse e pesanti. Al loro interno vi sono molteplici livelli di gestione di prodotto, corporate marketing, field marketing, strategia di canale, engineering, uffici CTO e infiniti altri gruppi che devono ponderare a lungo le decisioni sui prodotti prima di poter ottenere un via libera. Questa struttura le appesantisce e crea tanto di quell'attrito nel processo creativo da ucciderlo.

Perché NON VOGLIONO?

La risposta è semplice: se sei uno dei principali produttori IT, innovare veramente è troppo rischioso. Pensaci: in questo punto del ciclo di vita del settore IT, le grandi aziende considerano i loro potenziali fornitori in una matrice 5×5 che comprende 4 o 5 produttori di server, 4 o 5 produttori storage più lo stesso numero di produttori di software, produttori di reti e grandi società di consulenza in grado di mettere tutto insieme per conto di chi può permetterselo (tipicamente le aziende che popolano le varie classifiche della rivista Fortune).


Se sei un produttore che rientra in questa matrice dei fornitori approvati, il tuo compito numero uno è quello di RESTARE NELLA MATRICE. È rischioso fare qualsiasi cosa che ricada al di fuori di quella matrice. E se ai clienti non piacesse? Se finisse col dirottarli verso un concorrente? Se il marketing avesse sbagliato le proprie ricerche e il prodotto fosse un fiasco? E se… ? (Ecco, adesso sappiamo cosa voleva veramente dire HP con il suo slogan "What If").

Il settore ha bisogno di questi giganti. È con i loro prodotti che la maggior parte delle aziende di fascia enterprise risolve i propri problemi IT quotidiani. Ma le aziende di medie e piccole dimensioni? La terza verità di questo post è che nella maggior parte dei casi ai produttori presenti nella matrice NON INTERESSANO LE PICCOLE E MEDIE imprese.

Quel che questi produttori fanno è semplicemente togliere funzionalità all'hardware e al software e calcolare un prezzo artificiosamente scontato per il mercato delle medie e piccole imprese, salvo rifarsi successivamente con grosse licenze, add-
on a pagamento di funzioni estese che in realtà servono fin da subito e costose fee per il supporto.

E certamente NON sono interessate a innovare per te, non se sei un cliente di medie o grandi dimensioni.

Società come Scale Computing nuotano in questi rischi quotidianamente; anzi, è la loro ragion d'essere: progettare e realizzare le innovazioni che risolvono i problemi IT più recenti e complessi. Ecco perché molte società come la nostra sono finanziate da venture capital… e cos'è il venture capital se non capitale di rischio?

Il compito di Scale Computing è fare le cose per bene. Si inizia con i problemi fondamentali e si risale lungo la catena a partire da lì, strutturando prodotti e processi per risolvere problemi anziché preoccuparsi di rimanere all'interno della matrice.

Scale Computing è stata fondata per risolvere alcuni dei maggiori problemi che il personale IT delle medie aziende deve affrontare: piccoli team IT con budget ridotti chiamati a mantenere operative le infrastrutture e le applicazioni critiche su base 24×7. Per questo abbiamo integrato fin da subito all'interno di HC3 alta disponibilità, gestione intuitiva via browser, assistenza di alto livello compresa nel prezzo e bassi costi di acquisizione.

Questa è la vera innovazione dell'iperconvergenza: essere in grado di fornire tutto questo in un'unica appliance a un costo che vi permette davvero di risolvere i problemi.
 

(Tratto dal blog di Scale Computing)

Autore
Gabriele Palumbo
Nasco a Bologna ma ho vissuto l’infanzia in Piemonte, l’adolescenza in Puglia e la maturità tra Umbria, Toscana, Puglia, Emilia-Romagna e Lombardia (e non è ancora finita). Ho avuto quindi modo di entrare in contatto con diversi ambienti e contesti sociali. Una formazione umanistica (Sociologia della devianza a Perugia e Relazioni Internazionali a Pisa), passione per la scrittura e decine di corsi sul mondo digital sono state ottime basi per entrare nel campo del marketing e della comunicazione. Nel 2015 pubblico il romanzo breve “Ci siamo solo persi di vista” e, a inizio 2019, pubblico la biografia della rock band “Ministri”, entrata in poche ore nei Top Sellers di Amazon. Un romanzo è in fase di scrittura. Terminati gli studi entro attivamente nel mondo della musica, organizzando svariati concerti e un festival, e della comunicazione digitale, gestendo la linea editoriale di blog e social e ricoprendo ruoli di copywriter e content editor. Nel 2017 entro nel collettivo Dischirotti. occupandomi dei contenuti web, mentre il 2018 mi vede prima nell’agenzia FLOOR concerti come booking agent per svariati artisti e poi in VOX concerti come direttore di produzione. Tornato a Bologna inizio a collaborare con l’etichetta discografica Manita Dischi come project manager e svolgo un tirocinio presso l’agenzia di marketing e comunicazione digitale Engine Lab, nel ruolo di content editor. Dal 2020 al 2023 ho collaborato, sia come editor che come contributor, con Fantastico.esclamativo, newsletter letteraria e rivista culturale creata da Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale. Ogni due sabati invio “Capibara”, una newsletter che tratta di attualità e meme in un progetto che, occasionalmente, porto anche dal vivo sotto forma di Stand-Up. Attualmente ricopro il ruolo di Channel Marketing Manager in Achab, con particolare focus su contenuti editoriali, analytics, marketing automation e CMS.
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