Cybersecurity, Gestione IT

Perché lo Shadow IT è un problema crescente per gli MSP?

07 Luglio 2022

Nel 2022 gli MSP affrontano, ogni giorno, nuove sfide legate all’information security e alla cybersecurity: come la comparsa di nuovi ransomware, le attività di phishing o i problemi legati alla sicurezza degli smartworker.

Tuttavia, lo Shadow IT potrebbe presto diventare una delle minacce più grandi.

L’utilizzo di sistemi IT, di device e di tutte quelle risorse senza l’autorizzazione del dipartimento IT aziendale, può far correre dei rischi agli MSP e ai loro clienti.

Le strategie di mitigazione giuste, però, possono aiutare a identificare i servizi presenti sulle reti aziendali, prevenire l’uso improprio delle risorse IT e ridurre le vulnerabilità.

Shadow IT

I rischi provenienti dallo Shadow IT

Shadow IT” è un termine generico che si riferisce a qualsiasi sistema non distribuito o gestito dal dipartimento IT o dal fornitore IT aziendale. Generalmente, questi “servizi ombra” vengono utilizzati dai dipendenti che vogliono aggirare lacune e limiti presenti nei sistemi informativi centrali dell’azienda nella quale lavorano.

Secondo i dati Cisco, circa l’80% dei dipendenti adopera software e sistemi informativi non controllati e l’83% del personale IT ammette di fare lo stesso. Spesso, l’uso della shadow information technology è molto esteso, solo l’8% delle aziende afferma di conoscere a pieno la portata del proprio sistema interno.

Di per sé, la visibilità è già una vera sfida per i provider IT aziendali, ma con la presenza di sistemi shadow, l’identificazione e la protezione di dispositivi, servizi e risorse in rete, è ancora più difficile. Questi sistemi sono una vera minaccia per le reti, e possono far diventare dipendenti e enduser papabili bersagli degli hacker.

Per le aziende, device e tecnologie shadow significano anche costi aggiuntivi, incoerenze nei workflow e nei processi aziendali e rendono più difficile l’implementazione di nuove tecnologie.

Inoltre, causano problemi ai sistemi informativi e ostacolano la produttività dei dipendenti. Se un gran numero di lavoratori utilizza applicazioni e servizi non autorizzati, potrebbe essere un segno che l’azienda, o l’MSP, non sia in grado di fornire gli strumenti necessari per lavorare.

Proprio per questo motivo, gli IT provider aziendali stanno cercando di gestirli e di limitarli. Per ridurre i rischi alla sicurezza e indentificare le potenziali lacune, infatti, ne monitorano l’utilizzo da parte dei dipendenti.

Esempi comuni di Shadow IT

Alcuni degli esempi di Shadow IT che vi mostreremo variano da business a business, ma molte aziende ne riconosceranno alcuni, in quanto sicuramente utilizzati dai propri dipendenti.

Questi sistemi spesso sembrano innocui, come le app di produttività di terze parti o gli add-on installati senza approvazione, in realtà mettono a rischio il network e la cybersecurity dell’azienda.

Ecco alcuni degli esempi di Shadow IT più comuni:

  • usare indirizzi email personali;
  • dispositivi personali o BYOD non autorizzati;
  • hard disk Flash e USB estranee;
  • app di terze parti non autorizzate.

In genere, le app di terze parti includono la produttività, lo storage e le app di comunicazione che facilitano il lavoro, come Skype, Dropbox, Trello, Asana o strumenti simili.

I personal device come gli smartphone e i laptop, nonché i dispositivi smart o IoT, come gli assistenti, le fotocamere e i “dispositivi indossabili”, possono far correre grandi rischi alla rete aziendale.  

Le imprese e gli MSP possono difendere solo servizi e dispositivi di cui conoscono l’esistenza. Ottenere la piena visibilità dei prodotti è di per sé difficile, figuriamoci monitorare anche tutti i personal device.

Inoltre, i sistemi shadow rendono i test di sicurezza e la gestione della configurazione molto più difficile.

Gli enduser dei propri device personali, come smartphone o oggetti IoT connessi all’ufficio, potrebbero anche non aggiornarli e non rispettare le normative del settore che un’azienda è tenuta a fare. In ogni caso, mantenere i dispositivi IoT sicuri è una vera sfida, soprattutto quando i propri dipendenti faticano a seguire le best practice per proteggersi dagli attacchi.

Gestire il problema Shadow IT

Le aziende e i fornitori di servizi IT gestiti dovrebbero adottare misure proattive per affrontare la crescita dei sistemi shadow e impedire ai dipendenti di collegare nuovi dispositivi o servizi alla rete aziendale.

Gli MSP che desiderano gestire i sistemi shadow dovrebbero monitorare costantemente le App e i device presenti sulle reti. Un audit interno o una revisione dei sistemi attualmente in uso, per esempio, possono aiutare il fornitore IT a identificare possibili problemi e a comprendere meglio la situazione in rete.

Come prevenire l’insorgere di ulteriori sistemi shadow? Con politiche, procedure e nuove linee guida aziendali per i dipendenti. Con una politica BYOD (Bring Your Own Device) chiara e semplice, ad esempio, si possono comunicare ai dipendenti i dispositivi utilizzabili a lavoro, nonché le misure che dovrebbero adottare per farlo in modo sicuro.

Senza una di queste politiche continueranno a collegare i propri dispositivi alla rete e a non rendersi conto di contribuire a questo gigantesco problema: lo Shadow IT.

Cosa possono fare gli MSP per gestire il problema

Gli MSP possono impedire ai sistemi shadow di rendere le reti client pericolose. Attraverso pratiche semplici, come il monitoraggio e gli audit di rete, combinati a politiche di sicurezza più chiare, si può davvero aiutare le aziende a ridurre l’emergere di servizi shadow.

Con l’aumento del numero medio di dispositivi personali e degli strumenti di produttività SaaS disponibili, i sistemi shadow potrebbero diventare un problema ancora più preoccupante. Bisogna agire ora per aiutare gli MSP a gestire i sistemi già esistenti e a prepararsi alle sfide future.

Fonte: Blog di IT Chronicles

Autore
Gabriele Palumbo
Nasco a Bologna ma ho vissuto l’infanzia in Piemonte, l’adolescenza in Puglia e la maturità tra Umbria, Toscana, Puglia, Emilia-Romagna e Lombardia (e non è ancora finita). Ho avuto quindi modo di entrare in contatto con diversi ambienti e contesti sociali. Una formazione umanistica (Sociologia della devianza a Perugia e Relazioni Internazionali a Pisa), passione per la scrittura e decine di corsi sul mondo digital sono state ottime basi per entrare nel campo del marketing e della comunicazione. Nel 2015 pubblico il romanzo breve “Ci siamo solo persi di vista” e, a inizio 2019, pubblico la biografia della rock band “Ministri”, entrata in poche ore nei Top Sellers di Amazon. Un romanzo è in fase di scrittura. Terminati gli studi entro attivamente nel mondo della musica, organizzando svariati concerti e un festival, e della comunicazione digitale, gestendo la linea editoriale di blog e social e ricoprendo ruoli di copywriter e content editor. Nel 2017 entro nel collettivo Dischirotti. occupandomi dei contenuti web, mentre il 2018 mi vede prima nell’agenzia FLOOR concerti come booking agent per svariati artisti e poi in VOX concerti come direttore di produzione. Tornato a Bologna inizio a collaborare con l’etichetta discografica Manita Dischi come project manager e svolgo un tirocinio presso l’agenzia di marketing e comunicazione digitale Engine Lab, nel ruolo di content editor. Dal 2020 al 2023 ho collaborato, sia come editor che come contributor, con Fantastico.esclamativo, newsletter letteraria e rivista culturale creata da Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale. Ogni due sabati invio “Capibara”, una newsletter che tratta di attualità e meme in un progetto che, occasionalmente, porto anche dal vivo sotto forma di Stand-Up. Attualmente ricopro il ruolo di Channel Marketing Manager in Achab, con particolare focus su contenuti editoriali, analytics, marketing automation e CMS.
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