Ogni giorno nuove minacce alla sicurezza minacciano i nostri computer.
Per questo, gli antivirus devono essere costantemente aggiornati.
Come fa Avira ad aggiornare il suo antivirus?
Avira salva le informazioni per contrastare malware e virus in file chiamati VDF (Virus Definition File) che risiedono sul PC dove viene eseguito l’antivirus.
I file VDF vengono aggiornati più volte al giorno, ma spesso sono pesanti e ingombranti.
Per aggiornare gli antivirus più rapidamente e con minor impatto sull'utilizzatore del PC, Avira
ha cambiato il modo in cui vengono
gestiti gli aggiornamenti.
Protezione più veloce: nVDF diventa xVDF
La precedente generazione di file VDF (nVDF) aveva 32 contenitori di file e informazioni.
Ciò significa che ogni volta che si scaricava un aggiornamento era necessario scaricare anche informazioni che non servivano effettivamente. Più tempo impiegato a scaricare gli aggiornamenti, più memoria occupata dall’antivirus.
I nuovi file xVDF (la x sta per extended) sono la soluzione ai problemi dei VDF lenti e ingombranti.
Innanzitutto il meccanismo xVDF progettato da Avira per aggiornare i VDF permette di ottenere aggiornamenti piccoli.
In secondo luogo il consumo delle risorse sul PC è notevolmente ridotto, quando vengono caricate le nuove definizioni.
Scansione più veloce
Durante l’aggiornamento delle definizioni, i nuovi xVDF scaricati vengono "fusi" localmente in un unico VDF locale (local.vdf, appunto).
In precedenza quando partiva una scansione, tutti i 32 contenitori di informazioni dovevano essere caricati in memoria e messi insieme. Ora il file è uno solo ed è disponibile immediatamente.
La tecnologia xVDF è la risposta di Avira alla diffusione sempre più rapida dei virus, che richiede un aggiornamento sempre più rapido degli antivirus.
Mini storia delle firme di Avira
All’inizio il VDF era un unico file, chiamiamolo monoVDF.
Quando aggiornavano, gli utenti scaricavano il file per intero anche se c’erano solo aggiornamenti minori.
Per porre rimedio a questo fatto Avira ha lanciato gli iVDF, dei file più piccoli contenenti informazioni sui virus, seguiti subito dopo dagli nVDF, che comprendevano 32 contenitori di informazioni per contrastare i virus.
In questo modo, i cambiamenti fatti ai dati inseriti in un contenitore non impattavano sugli altri e quindi c’erano meno firme da scaricare.
Oggi però le informazioni sui virus sono troppe, o meglio il processo di distribuzione dei "vaccini" va rivisto.
Il passo successivo sono stati gli xVDF che hanno 256 contenitori di informazioni antivirus (un numero che può facilmente aumentare), migliorando il rilevamento dei virus e la velocità di aggiornamento.