Nel Decreto Sviluppo è stata aumentata la responsabilità fiscale in caso di appalto.
Questa norma riguarda, tra gli altri, chi eroga servizi IT per cui proponiamo una prima infarinatura grazie al contributo del Dott. Jacopo Doveri e consigliamo di mettersi in contatto con i propri professionisti per stabilire il piano di azione.
La materia è in divenire ma la sintesi è che procede la tendenza dell’Agenzia delle Entrate a coinvolgere i contribuenti nell’opera di lotta all’evasione.
Una sorta di crowdsourcing a fini di controllo fiscale. Imposto però ;).
Nella fattispecie se ci si rivolge a fornitori truffaldini che non pagano IVA e ritenute si può essere chiamati in causa con sanzioni che vanno dai 5.000 ai 200.000 euro. Ripeto, il cliente può essere chiamato in correo per mancanze del fornitore.
Per dormire sonni tranquilli il cliente può pretendere dal fornitore una prova che quest’ultimo sia in regola con i versamenti. Questa prova può anche essere una autocertificazione.
Attenzione: la responsabilità del cliente comincia nel momento del pagamento.
Quindi il cliente è legittimato a non pagare la fattura relativa ai servizi ricevuti fino a quando non è in possesso della prova che il fornitore ha pagato l’IVA e le ritenute per i dipendenti che hanno contribuito all’erogazione del servizio (se il servizio è erogato appoggiandosi a subfornitori, ad esempio consulenti informatici, il discorso si complica ulteriormente ma non lo affrontiamo qui).
Pertanto è consigliabile inviare questa autocertificazione con PEC o simili, per evitare che clienti fantasiosi aggiungano questa scusa al già nutrito ventaglio di giustificazioni per i mancati pagamenti. Se non arrivano chiarimenti dall’Agenzia è necessaria una autocertificazione per ciascuna fattura emessa.
Il che naturalmente provoca una complessità operativa mostruosa: per questo reitero l’esortazione a consultare il proprio commercialista o il proprio legale per decidere la strategia da seguire.
Ultima nota.
Oltre a essere fornitore, chi eroga servizi IT è anche cliente: attenzione quindi ai fornitori di servizio che scegliete voi: la buona fede non vale più.
Perfetto, quindi è un pò come dicevo io nel chatter. Il mio commercialista mi ha dato un modello di autocertificazione standard, magari è utile postarlo in chatter?
Grazie Angelo, un esempio di autocertificazione sarebbe molto utile sul blog.
Un mio cliente mi ha appena chiesto questa documentazione per pagarmi una fattura di consulenza.
Ciao @Marco, il documento l’ho postato nel chatter con data il giorno dopo di questo messaggio. Qui non vedo possibilità di postare allegati, mentre se accedi all’area riservata nel chatter lo trovi. Se non accedere puoi fammi sapere che troviamo un altro modo. Ciao!
Mi permetto di pubblicare io il documento gentilmente condiviso da Angelo: eccolo qui.
Grazie Angelo e Andrea, trovato! Vedo molta confusione in giro su questo provvedimento. Il cliente che me lo aveva chiesto, ora dice che ‘forse’ non è piu’ necessario, riguarderebbe solo gli ‘edili’.
Finchè non me lo richiedono espressamente, io non rilascio nessuna certificazione.
Ne approfitto per augurarvi buon Natale.
marco