Chiunque sia stato in una scuola o in un asilo sa quanto sia importante gestire e tenere sotto controllo i bambini in ogni momento.
Per questo esistono regole come camminare in fila indiana, tenersi per mano o sedere nei posti assegnati. Altrimenti ognuno farebbe quello che vuole e sarebbe un caos.
Se avete mai visto un gruppo di bambini fuori controllo, avete visto il caos (e avrete forse provato un po' di invidia per i loro modi spensierati…).
Il caos in una rete informatica non ha nulla da invidiare
Se macchine poste in luoghi diversi funzionano secondo regole non uniformi o fuori dal controllo degli amministratori, è un problema.
Questi problemi si traducono in rischi per la sicurezza e in costi operativi più elevati.
Una rete ben gestita richiede quattro passaggi essenziali:
- l'inventario;
- la gestione;
- l'automazione;
- il controllo.
Dopo aver fatto l'inventario, bisogna gestire tutte le risorse. Per farlo sono necessarie policy uniformi, monitoraggio continuo e controllo centralizzato.
Fare tutto ciò senza automazione è quasi impossibile, soprattutto per le reti distribuite.
L'automazione infatti permette di fare l'inventario delle risorse per poi gestire e monitorare l'intera rete da un unico pannello di controllo centralizzato e da remoto.
Gli amministratori recuperano così il controllo: per esempio, un amministratore può scegliere di gestire gruppi di macchine per tipologia, sistema operativo o posizione (o qualche altra caratteristica che abbia senso nel contesto della struttura organizzativa).
La gestione diventa un processo semplice, coerente, che elimina le attività manuali, le congetture e le decisioni alla cieca.
Quando è necessaria una nuova policy di sicurezza o di gestione, l'amministratore può impostarla dal pannello di controllo centrale e distribuirla alle macchine, ovunque siano.
Dallo stesso pannello di controllo, può monitorare la conformità e il rilascio di aggiornamenti.
Inoltre è possibile gestire le macchine anche quando sono in viaggio e non collegate alla rete, una caratteristica particolarmente critica nell'era della mobilità, proprio come un buon insegnante (per tornare alla metafora iniziale) fa con una classe di bambini in gita.
(tratto dal post di Brendan Cosgrove per "Kaseya Blog")