Cybersecurity

Un ambiente virtualizzato richiede un antivirus “virtualizzato”?

18 Giugno 2020

Quando si parla di sicurezza degli ambienti virtuali e di antivirus in particolare, i grandi nomi del mercato della sicurezza suggeriscono un approccio agentless per proteggere le macchine virtuali.
Ossia consigliano di proteggere le macchine virtuali a livello di infrastruttura e non di singolo server.

In questo tipo di scenario nessun agente di sicurezza viene installato all’interno delle macchine virtuali.
Se fino a qui questo approccio sembra ragionevole e desiderabile, non è tutto oro quello che luccica.
 
Questo tipo di approccio può lasciare spazio a sofisticati attacchi mirati agli ambienti virtuali perché la sicurezza agentless non riesce a intercettare virus che stanno in memoria o che non hanno un corrispondente file fisico su disco.
In aggiunta ci sono alcuni aspetti non desiderabili circa la sicurezza agentless degli ambienti virtuali:

  • la sicurezza di ogni macchina virtuale dipende esclusivamente da comunicazioni con “l’ambiente esterno”;
  • in caso di ambienti cloud puri o di migrazioni verso tali ambienti le soluzioni agentless non possono essere applicate perché non c’è accesso diretto all’infrastruttura virtualizzata;
  • in generale sono più costose;
  • chi amministra la sicurezza probabilmente ha due console separate di gestione, una per la gestione delle macchine fisiche e una per la gestione delle macchine virtualizzate, e questo aumenta il carico “gestionale” sui tecnici IT.

Inoltre i produttori di antivirus tradizionali sconsigliano di installare l’antivirus all’interno delle macchine virtuali perché durante gli aggiornamenti e le scansioni rallentano l’operatività dei server.

Questo è vero per gli antivirus di vecchia generazione, ma per sistemi di sicurezza innovativi, leggeri e veloci come Webroot questi problemi non esistono.

Autore
Gabriele Palumbo
Nasco a Bologna ma ho vissuto l’infanzia in Piemonte, l’adolescenza in Puglia e la maturità tra Umbria, Toscana, Puglia, Emilia-Romagna e Lombardia (e non è ancora finita). Ho avuto quindi modo di entrare in contatto con diversi ambienti e contesti sociali. Una formazione umanistica (Sociologia della devianza a Perugia e Relazioni Internazionali a Pisa), passione per la scrittura e decine di corsi sul mondo digital sono state ottime basi per entrare nel campo del marketing e della comunicazione. Nel 2015 pubblico il romanzo breve “Ci siamo solo persi di vista” e, a inizio 2019, pubblico la biografia della rock band “Ministri”, entrata in poche ore nei Top Sellers di Amazon. Un romanzo è in fase di scrittura. Terminati gli studi entro attivamente nel mondo della musica, organizzando svariati concerti e un festival, e della comunicazione digitale, gestendo la linea editoriale di blog e social e ricoprendo ruoli di copywriter e content editor. Nel 2017 entro nel collettivo Dischirotti. occupandomi dei contenuti web, mentre il 2018 mi vede prima nell’agenzia FLOOR concerti come booking agent per svariati artisti e poi in VOX concerti come direttore di produzione. Tornato a Bologna inizio a collaborare con l’etichetta discografica Manita Dischi come project manager e svolgo un tirocinio presso l’agenzia di marketing e comunicazione digitale Engine Lab, nel ruolo di content editor. Dal 2020 al 2023 ho collaborato, sia come editor che come contributor, con Fantastico.esclamativo, newsletter letteraria e rivista culturale creata da Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale. Ogni due sabati invio “Capibara”, una newsletter che tratta di attualità e meme in un progetto che, occasionalmente, porto anche dal vivo sotto forma di Stand-Up. Attualmente ricopro il ruolo di Channel Marketing Manager in Achab, con particolare focus su contenuti editoriali, analytics, marketing automation e CMS.
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